Le busiate con pesto alla trapanese sono un primo piatto tipico della cucina siciliana, ma, è bene ribadire, un buon piatto di pasta condito con prodotti tipici locali, è molto più che solo cibo… E’ poesia che racconta i sapori e le tradizioni del territorio in cui nasce.
Deve essere stato un momento di pura magia quello in cui l’inventore delle busiate, quello della “l’agghia pistata” (aglio pestato, ingrediente base del pesto alla trapanese) e del pesto alla trapanese si sono incontrati dando vita ad un piatto eccezionale. Una preparazione culinaria che racconta una Sicilia baciata dal Sole e bagnata dal mediterraneo; un territorio in cui confluiscono storia, cultura ed amore per la cucina.
Busiate, un formato storico
E’ fin troppo facile innamorarsi della Sicilia e portarla nel cuore per sempre. Nel corso dei secoli è infatti stata terra di passaggio per conquistatori, poeti, viaggiatori, scrittori.
Karel Čapek scriveva:
“L’influsso spagnolo è l’ultimo; il primo è greco, il secondo e il terzo sono il saraceno e il normanno; il rinascimento qui ha colpito solo di striscio. Mescolate questi vari elementi culturali con un sole abbacinante, una terra africana, una quantità di polvere e una vegetazione meravigliosa, e avrete la Sicilia”.
Così, nel corso dei secoli, sono in molti ad aver raccontato a modo loro la Sicilia. Chi attraverso le parole, chi un dipinto, chi un film e chi, non senza la stessa dose di poesia, con un piatto di pasta.
Le busiate
Le busiate col pesto alla trapanese sono un piatto tipico così apprezzato che ha ricevuto numerosi riconoscimenti, primo tra tutti l’inserimento tra i Prodotti agroalimentari tradizionali siciliani da parte del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. La loro storia ha origini piuttosto antiche.
La busiata è un formato di pasta che può a tutti gli effetti essere definito storico: le prime informazioni risalgono addirittura a prima dell’anno mille e sono state rinvenute in alcuni manoscritti arabi databili tra il X ed il XI secolo. Secondo la tradizione il nome di questo formato di pasta, piuttosto particolare, può essere ricondotto al ‘buso’, un tipico ferro da maglia usato nel territorio trapanese per lavorare sia il cotone che la lana.
C’è anche chi, invece, fa risalire il nome al buso al fusto della “Disa”, una tipica pianta mediterranea che un tempo veniva usata dai contadini per legare i fasci di spighe. Questo perché si racconta che la busa veniva appoggiata sul bastoncino di pasta fresca per riuscire a “cavarlo” fino a conferirgli la forma a spirale che lo contraddistingue.
Pesto alla trapanese
Il pesto alla trapanese in dialetto siciliano viene chiamato pasta cull’agghia. E’ un primo piatto tipico che si cucina in modo particolare nella città di Trapani ma che è molto apprezzato in tutta la Sicilia occidentale.
Si tratta di un condimento per la pasta molto saporito che, a crudo, riesce ad amalgamare sapori e profumi mediterranei. In Sicilia è particolarmente apprezzato anche perché, essendo una preparazione che non necessita di cottura, ben si presta ad essere cucinato nelle lunghe giornate estive.
Gli ingredienti sono semplici ma ricchi di sapori e profumi:
- aglio di Nubia: un aglio dal caratteristico colore rosso rubino che cresce nella zona della Nubia
- pomodoro pizzutello di Paceco,
- olio dop delle Valli Trapanesi,
- sale Igp di Trapani e Paceco,
- mandorle ericine: Erice è un antico borgo che sovrasta la città di Trapani famoso per le sue preziose mandorle
- basilico,
- pecorino dop,
Inutile dirlo, come formato di pasta di rigore la busiata trapanese!
Dal grano alle busiate
Le busiate nascono infatti dal grano coltivato sull’isola di Pantelleria che, grazie alle proprietà del suolo vulcanico, i metodi naturali di coltivazione e la lavorazione interamente artigianale la rendono un prodotto unico ed inconfondibile.
Il grano, la preziosa materia prima da cui si ricavano le busiate, è parte stessa del territorio siciliano. La coltivazione del grano a Pantelleria non è cosa semplice, ma è una tradizione così antica da essere riuscita a modellare il territorio e diventarne parte integrante.
Coltivazione del grano a Pantelleria
La storica azienda Crusco ha messo in atto un prezioso progetto di recupero che è riuscito a recuperare la memoria e dare il giusto valore all’antica tradizione cerealicola dell’isola di Pantelleria. L’obiettivo era piuttosto ambizioso: rendere un doveroso omaggio alle antiche radici agricole siciliane tornando a coltivare il grano, un alimento che per secoli è stato parte integrante degli antichi lavori dell’isola.
Dal passato si è ripresa l’arte di una coltivazione sostenibile che non ammette l’uso di pesticidi o diserbanti diserbanti ma che, attraverso la biodiversità, si impegna a valorizzare i terreni che vengono lavorati.
Agendo da veri e propri custodi dei campi sono in grado di preservare e valorizzare tradizioni e metodi di coltivazione tanto antichi quanto preziosi.
Il grano cresce grazie alla forza del suolo vulcanico, alla salinità del vento africano e all’amore con cui viene coltivato.
Ne nasce una pasta buona da gustare e perfetta per accogliere un sugo corposo e saporito come il pesto alla trapanese. Un piatto di pasta in grado di conquistare tutti con il suo gusto deciso e la sua capacità di raccontare la Sicilia.
Le busiate alla trapanese dell’azienda Crusco sono primo piatto con una spiccata sapidità, il consiglio è quello di bilanciare il sapore accompagnandole con un vino bianco fresco e fruttato o con un rosato dalle note floreali. Non mi resta che augurarvi buon appetito!