Cosa si mangiava nell’Etruria antica? L’alimentazione nel mondo mediterraneo, ovviamente, era condizionata dai prodotti offerti dalla natura dalle condizioni climatiche. Queste caratteristiche, simili anche in Grecia e nel mondo latino, hanno dato vita ad una cucina ricca di aspetti e similitudini.
Oltre a frutta e verdura, nei tempi antichi era molto frequente la preparazione di minestre a base di cereali e legumi; gustose zuppe di verdura come ad esempio l’acquacotta tipica delle tradizioni culinarie viterbesi; le sfarinate utilizzate per fare focacce e frittelle; carni bollite ed arrostita e molto altro. Condimento perfetto per ogni tipo di cibo era l’olio d’oliva, sempre di eccellente qualità, ed esportato nel Mediterraneo testimoniato dal rinvenimento di alcune anfore etrusche.
L’assenza di una specifica letteratura non ci aiuta molto nella conoscenza delle ricette tipiche di questo periodo ma non è certo difficile immaginare che alcuni dei piatti tipici delle tradizioni gastronomiche toscane e viterbesi, notoriamente legate alla cultura contadina, siano influenzate dalla cucina etrusca.
Il cibo anche nelle necropoli
Di certo, nell’antica Etruria, non ci si serviva di imprese di pompe funebri come ad esempio Cattolica San Lorenzo a Roma ma, il ritrovamento di alcune necropoli è testimonianza di come questa cultura fosse fortemente influenzata dall’alimentazione.
Alla necropoli etrusca Casa Nocera, in zona Casale Marittimo (Pisa), infatti, sono stati ritrovati dei vasi funerari, conservati oggi al Museo Archeologico di Cecina, al cui interno vi erano resti di nocciole, di melograni, di mele ed uva. Di certo sostanze che venivano utilizzate per aromatizzare le bevande a base di uva e di cereali che si consumavano nella vita comune ma anche come offerte funerarie.
Ricostruiamo alcune ricette: il miele fritto
Da alcuni ritrovamenti e ricette tramandate nella tradizione si sono riuscite a ricostruire alcune ricette ritenute tipiche del tempo. Non sappiamo se queste ricette hanno fondamenti di verità certi, ma è molto probabile visto che sono ispirate alla cucina contadina.
Un esempio è il miele fritto.
Sbattete in una ciotola 250 grammi di latte cagliato con 4 cucchiai di miele e un pizzico di sale. Aggiungete, poco per volta, q.b. di farina 00 setacciata, sino a raggiungere una consistenza facile da stendere.
Ricavate quindi dei dischi dello spessore di circa 1-2 centimetri. Friggeteli ora in abbondante olio d’oliva. Sgocciolateli bene e serviteli caldi cospargendoli di altro miele.
La Favata
Prendete delle fave fresche piccole e sgranatele. Cuocetele in un tegame dove, precedentemente, avrete fatto soffriggere un porro e qualche dadino di guanciale. Quando le fave saranno a metà cottura, unite timo e alloro tritati e bagnate con del vino bianco. Terminate quindi la cottura e servite aggiustando si sale e pepe
Terrina di uova e cipolle
Tagliate ad anelli sottili delle cipolle e soffriggetele in olio di oliva. Salatele e disponetele in una teglia dai bordi alti. Coprite il tutto con un sottile strato di farina di farro. A questo punto rompetevi sopra delle uova fresche lasciandole intere. Spolverate con cacio fresco grattugiato ed infornate a 180°C sino a completa cottura delle uova. Servite con prezzemolo tritato e del pepe nero.